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Buona domenica 31 gennaio 2021, care amiche e cari amici di questa Rubrica su Cesena! Oggi Vi propongo di guardare una tessera un po’ particolare del mosaico espressivo della nostra città:

In questa Rubrica abbiamo esaminato tanti aspetti di Cesena: palazzi, chiese, personaggi famosi o singolari, eventi fausti o misteriosi, fatti di cronaca nera…

Oggi vorrei soffermarmi su un aspetto forse “minore” ma, a mio parere, interessante per varie ragioni: le immagini disegnate e le frasi scritte sui muri della nostra città che ci dicono molto sui cambiamenti della sensibilità collettiva, ci trasmettono messaggi interessanti, in molti casi mostrano degrado e maleducazione ma, talvolta, brani di bellezza e di sensibilità civica. Naturalmente quello che seguirà è un campionario molto parziale dei “graffiti” cesenati ma, spero, sufficientemente significativo. Qualche decennio fa, negli anni ’60 e ’70, molto diffusi erano gli slogan ispirati all’attualità della politica, nazionale o internazionale.

Sull’alto muro che congiunge la Rocca antica alla nuova campeggiava la scritta: W MAO TSE TUNG IL ROSSO CHE ILLUMINA LA VIA AL POPOLO, ora molto sbiadita.

Numerosi erano i riferimenti a personaggi politici come il presidente U.S.A. Nixon (con la x a svastica) o il ministro degli Interni italiano Cossiga (con la k al posto della c).

Altri tempi, quando la politica era vissuta con più passione e partecipazione.

Oggi non troviamo più i riferimenti ai politici dell’oggi quanto piuttosto concetti generali, come il NO 5G su un lato di una centralina lungo via Cervese o il BLACK LIVES MATTER sul muretto di fronte al retro della Facoltà di Psicologia o le scritte antagoniste su una parete di via Coppi: LIBERTA’ PER I COMPAGNI PRIGIONIERI! FUOCO ALLE GALERE! e, non lontano, sempre sulla stessa via, un IL VIRUS PIU’ LETALE E’ L’OBBEDIENZA! poi un ACAB! con la A di Anarchia.

Qualche tempo fa (del resto per loro natura le scritte sono provvisorie) sui muri bianchi di Psicologia (uno dei luoghi più attrattivi per i writers) una scritta affermava: IL DENARO UCCIDE, un’altra scritta se la prendeva con FACEBOOK MARCHIO DELLA MORTE SOCIALE, un’altra ancora con il CAPITALISMO = NAZISMO.

Sono poi state sostitute da altre scritte tra cui LA PACE TRA GLI OPPRESSI/LA GUERRA AGLI OPPRESSOR che, con una piccola inesattezza, riprende il testo di una famosa canzone anarchica: “Addio Lugano bella”.

Poco lontano, sempre sul muro bianco di Psicologia, un categorico SIAMO CHI SIAMO.

Su un altro lato una mano ha scritto: “Sentitevi Liberi, Brutti Stronzi” e, accanto, un’altra ha posto una giusta domanda: “Ma liberi da che?”

Per riqualificare ed abbellire l’area della Stazione ed evitare il proliferare delle più svariate scritte, l’Amministrazione Comunale ha promosso la realizzazione di tre murales sulle pareti di Psicologia ad opera di “Luogo Comune” di Cremona, Patrizio Anastasi e Alice Lotti di Torino e Jan Angelini di Ravenna. I murales rappresentano il tema del viaggio, dello sviluppo dei mezzi di trasporto e dell’evoluzione della civiltà umana.

Negli ultimi tempi sono comparse scritte che rifiutano le misure di “chiusura” imposte dal Governo per combattere la diffusione del Covid-19. A me pare che, molto più di un tempo, oggi siano numerosi, sui muri della città, i messaggi d’amore, segno evidente del ruolo prevalente del “privato” e della tendenza alla sua esibizione, un fenomeno parallelo a quanto avviene nei social network.

Alcuni anni fa una scritta sul muro dell’Aula magna di Psicologia presentava un percorso particolare: DALL’ODIO ALL’AMORE TI AMO SEMPRE PIU’. C’era anche una citazione da Antonello Venditti: DALLA PELLE AL CUORE…6 UNICA e accanto un’altra che richiamava una canzone di Alex Britti: E ORA ALLORA ANCORA PARLAMI O STRINGIMI. Su un lato di una vicina centralina fino a pochi giorni fa stava scritto: GIULI TI VOGLIO BENE, mentre su un altro lato un’altra mano con altro colore aveva lanciato un messaggio provocatorio: TI AMO STRONZO E NON L’HAI ANCORA CAPITO!

Sul basso muretto di Ragioneria si poteva leggere un originale: ALE TE LO DICO SOTTOVOCE AMO TE, ora cancellato. Lontano, sulle mura che guardano i giardini di Serravalle, si stagliava un enorme BUON SAN VALENTINO TI AMO, anche questo ora cancellato.

Resiste, invece, sul muro prospiciente il parcheggio dietro l’albergo-ristorante “Casali” un TI AMO PICCOLO 24-10-2017 e un cuore.

Sul muro che costeggia la ferrovia un: SEI LA COSA PIU’ BELLA CHE ABBIA AVUTO

che si distingue per l’elegante e raro congiuntivo.

Sempre in zona ferrovia, sul muro di una centralina, una riflessione autocritica: FO’ TI AMO UN PO’ TANTO UN PO’ TROPPO.

Un’altra scritta inneggia a un diverso tipo di amore: ULTRAS E’ PASSIONE.

Più in là, immagini inquietanti: una testa di lupo con un osso tra le fauci e, accanto, una complicata simbologia (un fulmine, due ali, una spada) datata 1992 e la scritta COME FOLGORE DAL CIELO COME NEMBO DI TEMPESTA.

Su un altro lato un LA REVOLUCION SERA’ FEMENISTA che ci riporta alla memoria altri anni e altra atmosfera ideale.

Sotto uno dei piloni del viadotto Kennedy troviamo enormi murales, alcuni dei quali di notevole efficacia espressiva e alcune scritte singolari come: TU MIO FARO NEL BUIO DISUMANO.

Sull’altro lato della stessa parete un toccante: MI MANCHI MAMMA con accanto un cuore.

Lungo il percorso che dagli Istituti Superiori di Ragioneria, Geometri e Industriale porta alla Stazione Ferroviaria, troviamo un poetico “MENA dipinge le nuvole per fare soffici le LACRIME” accanto ad un grande viso di donna con due splendidi occhi blu.

Ovviamente ci sono anche (troppe) pareti che ci mostrano il deprecabile gusto di deturpare gli spazi pubblici, come quelle di una bassa costruzione proprio all’ingresso posteriore della Stazione.

Molte sono sigle di difficile interpretazione o scritte spiacevolmente volgari.  E, tuttavia, come già abbiamo visto, i muri possono anche contenere immagini che rendono più attraente e allegra la città. Su un muro esterno della Scuola Elementare “Carducci” la bella immagine di scolari con il loro maestro. Significativo è anche il grande, coloratissimo disegno sulla parete di entrata della C.I.L.S. che mostra bambini stilizzati, di diversa altezza, su un prato pieno di fiori e farfalle e la scritta ARRICCHIAMOCI DELLE NOSTRE RECIPROCHE DIFFERENZE.

In un precedente scritto ho già segnalato i murales realizzati a Borello per iniziativa del mecenate Renzo Zignani che hanno per tema i minatori delle vicine miniere di zolfo.

 

Singolare il murale (tra via Cesare Battisti e i Guardini di Serravalle) ideato e sponsorizzato da Sandra Pieri Canduzzi e realizzato dall’artista Stefano Natali che raffigura in sequenza importanti personaggi della storia di Cesena. 

Contribuiscono efficacemente ad abbellire i muri della città anche le composizioni dell’artista cesenate Virginia Verona che dipinge meravigliosi animali o piante dai vivacemente allegri colori.

 

Un capitolo a parte meritano i graffiti lasciati, nel corso dei secoli, sulle pareti e sui banchi della Biblioteca Malatestiana, oggetto di un recente volume di Paola Errani e Marco Palma “Graffiti malatestiani. Storie di uomini, donne, muri e banchi (secoli XV-XXI)”, di cui il più misterioso ed intrigante (oltre a quelli relativi a Malatesta Novello e alla moglie Violante) è costituito dal quelle nove lettere scritte su un davanzale, “Lucrezia B”, che suggeriscono (e ne erano convinti l’ex direttore Torquato Dazzi e l’amico poeta Ezra Pound) l’affascinante ipotesi che si tratti della firma di Lucrezia Borgia.

Per concludere questa sintetica carrellata, torniamo a guardare i muri esterni della città per sottolineare il valore dell’iniziativa di insegnanti e allievi dell’Istituto “Comandini” che hanno “adottato” il sottopasso tra corso Cavour e via Cervese (uno dei punti di maggior degrado della città) abbellendo alcune pareti con composizioni che riprendono le creazioni del pittore Giuseppe Capogrossi e aggiungendo i nomi delle vittime della criminalità organizzata “per non dimenticare”.

I ragazzi hanno scritto: SOTTOPASSO CERVESE BENE COMUNE.

Si tratta di un messaggio importante che dovremmo fare nostro: sarebbe bello se tutti (cittadini, Amministrazione Comunale, Enti preposti alla pulizia e manutenzione) vivessimo la città come la nostra grande casa, come un bene comune da conoscere, amare e migliorare!!!

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