Tantissimi Auguri di un Sereno Natale 2020, care amiche e cari amici! Un Natale anomalo e speriamo unico nella nostra esperienza! Oggi avrei voluto mostrare immagini della Natività ma non ne ho trovate a Cesena, per cui Vi presento la Chiesa dedicata all’Annuncio che è all’origine della Nascita di Gesù:
Comunemente la Chiesa è conosciuta dai Cesenati come l’Osservanza (dai frati minori che la fondarono e che intendevano osservare con coerenza e rigore la Regola di San Francesco) ma il nome esatto è “Chiesa della S.S. Annunciata“.
E, infatti, contiene due opere d’arte sul tema dell‘“Annunciazione“ che meritano di essere segnalate.
La prima, in ordine cronologico, è una tela dipinta dal pittore bolognese Marcantonio Franceschini (Bologna 1648 – 1729) che si trovava un tempo sull’altare maggiore ed ora è in sacrestia. Soprattutto efficace nella sua bellezza è la figura di Maria che, interrotta nella lettura delle sacre Scritture dall’arrivo improvviso dell’Arcangelo Gabriele, si volge sorpresa.
La seconda “Annunciazione” venne dipinta ad affresco, nel 1885, sul catino dell’abside, dal francescano nato in Dalmazia padre Mato Celestin Medovic (penisola di Peljesac 17 novembre 1857 – Sarajevo 20 gennaio 1920), notevole pittore di scene storiche e religiose ed anche di paesaggi e nature morte.
La scena, compostamente sobria eppure solenne, si svolge in un’ampia stanza.
L’Arcangelo con una bella veste bianca e rossa, porta l’annuncio a Maria che si gira, interrompendo la lettura delle Sacre Scritture. Un bel particolare è il gattone, sulla destra, in primo piano, comodamente sdraiato sul cestino da lavoro
La scena dell’Annunciazione è affiancata da Angeli tedofori dipinti da Leandro Marconi e sovrastata, sulla volta, da un altro affresco dello stesso Marconi che rappresenta la scena in cui Dio, attorniato da Angeli e in un ambiente grandioso che ricorda il Pantheon, indica all’Arcangelo Gabriele la missione di annunciare a Maria la miracolosa gravidanza.
Leandro Marconi è autore (1794) anche dell’ efficace apparato decorativo di tutta la Chiesa con finti cassettoni, archi e cupola che conferisce un’illusoria ampiezza e profondità.
Tra il 1791 e il 1794 la vecchia chiesa viene demolita e ricostruita in stile neoclassico su progetto, appunto, di Leandro Marconi e direzione dei lavori affidata ad un altro architetto importante nella Cesena del tempo, Benedetto Barbieri (Chiesa di Boccaquattro, Cimitero, facciata del Palazzo del Ridotto ecc.).
La storia del convento e Chiesa dell’Osservanza è troppo ampia e complessa per poter essere qui raccontata.
Basterà accennare al fatto che la costruzione del Convento, alla metà del secolo XVI°, si deve soprattutto alla volontà di Violante da Montefeltro, moglie del signore di Cesena Domenico Malatesta Novello, devota ai predicatori francescani S. Bernardino da Siena e S. Giacomo della Marca che, concedette un suo ampio terreno in un luogo “molto ameno e dilettevole” di orti, giardini e bellissimi cipressi (Fantaguzzi).
E qui, nel 1460, viene fondato il convento “dedicato a la Anuntiata madre de Dio de l’ordine de’ frati minori observanti” (Fantaguzzi). Qualche anno dopo inizia la costruzione della chiesa Nel 1464, il convento riceve il titolo ufficiale di S.S. Annunciata.
La chiesa viene consacrata nel 1472. Accanto alla chiesa è eretto il campanile che verrà aumentato in altezza alla fine dell’800 e, durante l’ultima guerra, fungerà anche da allarme antiaereo. Nel 1498, all’angolo settentrionale della tenuta del convento, viene costruita una bella celletta di forma ottagonale abitualmente chiamata “del Masini” dal nome del committente Niccolò Masini Primo, medico, umanista, filosofo, uomo religiosissimo. La celletta sorge in un punto importante, all’inizio della via Garampa e degli Appennini, come è indicato in un’iscrizione.
Nel ‘500 alla chiesa vengono aggiunte cappelle su iniziativa di alcune famiglie importanti di Cesena tra cui i Locatelli, i Masini (mausoleo di Nicolò II Masini, non più esistente) e continuano i lavori di ampliamento: importante la costruzione del grande refettorio nel 1518 e della biblioteca. Il 1600 è un secolo di sviluppo e il convento si espande con una Biblioteca più vasta, ancora esistente sopra la sacrestia. Una relazione del 1630 al papa Innocenzo X così descrive lo stato del convento:
“Ha la chiesa e il convento il campanile e campane con 7 altari; la sacrestia con paramenti poveri ma sufficienti, refettorio, libraria con scuola ove si leggono le lezioni scolastiche, ha cucina, caneva, legnaria, stalla e carcere, ha una cisterna un pozzo ed una fontana, bugataria e barberia, le stanze habitabili sono in numero di 25. In dormitorio (cioè al primo piano) oltre alla libraria che vi è assai comoda vi ha una stanza dove si custodiscono li panni per il vestiario comune dei frati, quali stanze tutte anguste e povere secondo l’antico ordine dell’osservanza. Ha orto sufficiente con clausura e mura forti, quali circondano tutta la tenuta dei frati e convento in spazio di un miglio circa. Al presente vi abitano frati in numero di dieciotto…“
Il numero die frati cresce nel corso del 1700, un documento del 1730 parla di 34 monaci.
Nel 1706 viene costruita nel convento la Cappellina degli infermi con elegante cupola barocca e decorazione a sanguigna eseguita dal pittore Agostino Plachesi. Nel 1797, con l’arrivo delle truppe napoleoniche, il convento è coinvolto nelle turbolenze del periodo rivoluzionario e poi in quelle del nascente Regno d’Italia che, per un certo periodo, elimina parte delle organizzazioni cattoliche, come appunto i francescani.
Nel 1886 il convento viene adibito a lazzaretto per accogliere gli appestati. Durante la 2° guerra mondiale è stato rifugio antiaereo (campanile, cripta e catacombe). Si distingue nell’accoglienza di profughi padre Claudio Bosoni che muore, colpito da una granata nel chiostro, il 18 ottobre 1944 (2 giorni prima Liberazione della città).
Nel 1946 l’ex teatro diventa cinema, come è tutt’ora.
Dunque quella del Convento e della Chiesa è una storia complessa e ricca di intrecci con la città di Cesena.
Anche dal punto di vista culturale, l’Osservanza fu molto importante per la presenza di una ricca Biblioteca (da cui, tra l’altro, vengono i Corali del Cardinale Bessarione oggi in Malatestiana), di uno studio di teologia, filosofia e retorica e per la presenza di intellettuali come frate Bonaventura Gazzola (Piacenza 1744 – 1832) teologo ma soprattutto scienziato che allestì un laboratorio di scienze nel convento, fornendolo di strumenti per la ricerca tra cui due microscopi, i primi a Cesena.
Inoltre nella Chiesa sono conservate, oltre a numerose reliquie, tele e statue interessanti anche sul piano della tradizione e devozione, come (in cappelle del lato sinistro) la “Madonna delle Grazie” (fine ‘500), molto venerata perchè ritenuta miracolosa, come risulta dai cuori votivi alle pareti laterali e la statua lignea con “Madonna e Bambino”, venerata come miracolosa perchè (secondo la tradizione) nel 1501 avrebbe liberato Cesena dalla peste.
Dalla Chiesa si accede alle Catacombe, uniche a Cesena, a forma di croce, con un altare al centro, dove furono sepolti personaggi delle famiglie illustri di Cesena e molti frati del Convento e dove avvenne, nella seconda metà del sec.XIX°, un tragico caso di un sepolto vivo per morte apparente.
Ma torniamo alla luce per trasferirci nel suggestivo Chiostro dove una lapide ricorda il sacrificio di padre Bosoni, colpito da una granata due giorni prima della Liberazione di Cesena mentre cercava di dare rifugio agli sfollati.
Al centro del Chiostro, una statua con l’immagine rasserenatrice della Madonna.
Una visita alla Chiesa, Chiostro e Catacombe risulta davvero interessante, un altro importante tassello della Memoria e Bellezza della nostra città!
Ancora tantissimi Auguri di un Sereno Natale e un incoraggiamento a chi sta lottando contro il coronavirus!