di Franco Spazzoli
Buon giorno care amiche e cari amici che mi seguite in questa quotidiana rassegna di articoli sulla storia e arte di Cesena! Ancora resistiamo! Oggi Vi propongo uno degli eventi più misteriosi e inquietanti accaduti in città:
Non ha molti anni (1823) che si è udito parlare nelle gazzette, di persone che emettevano scintille dal loro corpo, le cui mani o altre membra ardevano senza abbruciarsi, nè potersi estinguere il fuoco coll’acqua. E si ricordò a quel proposito il caso della celebre Bandi.
Così Giacomo Leopardi annota nello Zibaldone uno dei fatti più enigmatici avvenuti nella nostra città, la strana morte della contessa Cornelia Zangheri, vedova Bandi, nonna materna di Giovanni Angelo Braschi, futuro papa Pio VI. Un fatto clamoroso che appassionò scrittori di tutta Europa, non solo Leopardi ma anche il romanziere Charles Dickens che indicava in quello della contessa Cornelia il più famoso caso di autocombustione. La vicenda sembra un racconto gotico, si tratta, invece, di un evento realmente accaduto la notte del 14 marzo 1731, nel palazzo di famiglia (poi Brighi Falzaresi) di via Chiesa Nuova, ora viale Mazzoni.
La sera prima, la contessa, sessantadue anni ben portati e piuttosto in carne, aveva accusato un lieve malessere.
La mattina seguente, essendo già ampiamente passata l’ora in cui era solita alzarsi, la cameriera bussò più volte alla porta della camera. Non avendo ricevuto risposta, decise di entrare: buio fitto, solo uno sgradevole odore e un qualcosa di viscido sul pavimento.
Spalancate le finestre, si trovò di fronte ad una scena da incubo.
Il letto era vuoto, le coperte rialzate da una parte e, a pochi passi dal letto, in terra, un mucchietto di cenere nera molto spessa con accanto quello che rimaneva della contessa: le gambe integre fino al ginocchio e con ancora le calze, la testa bruciata nella parte inferiore del mento e tre dita annerite. La stanza era avvolta da una sorta di fuliggine, penetrata dentro un armadio a imbrattare la biancheria e un pezzo di pane lì conservato. Dettaglio macabro: il pane venne poi dato in pasto ai cani di casa che lo rifiutarono.
Dalle pareti della stanza grondava un grasso e stomachevole umore giallastro. Era come se il corpo della nobildonna fosse improvvisamente esploso. Una combustione con epicentro l’addome, che aveva liquefatto il corpo, lasciando intatte solo le parti terminali mentre il resto si era trasformato in cenere vischiosa.
La stanza era avvolta da una sorta di fuliggine, penetrata dentro un armadio a imbrattare la biancheria e un pezzo di pane lì conservato. Dettaglio macabro: il pane venne poi dato in pasto ai cani di casa che lo rifiutarono. Dalle finestre della stanza a solaio soprastante quella della contessa grondava un grasso e stomachevole umore giallastro. Era come se il corpo della nobildonna fosse improvvisamente esploso. Una combustione a temperatura altissima, con epicentro l’addome, che aveva liquefatto persino le ossa e aveva lasciato intatte solo le parti terminali del corpo, per il resto divenuto cenere vischiosa.Le indagini esclusero un delitto o un suicidio, impossibile in quelle condizioni. Vennero avanzate le ipotesi più svariate ed astruse, cercando di trovare una spiegazione razionale a quello che la scienza non sapeva capire: dalla propensione per l’alcool della contessa alla presenza sotterranea di una miniera di zolfo, ad un fulmine penetrato nella stanza.La credenza popolare immaginò persino un intervento del maligno.
L’ipotesi più probabile è che si sia trattato di un caso di autocombustione, fenomeno scientificamente ancora inspiegabile e per la verità assai raro ma di cui c’è qualche testimonianza anche in tempi più recenti (nel 2010 in Irlanda ne fu vittima il settantenne Michael Faherty, in una situazione molto simile a quella della contessa Bandi). Quel che è certo è che quanto accadde quella notte nella camera della povera contessa Cornelia è uno dei più strani e inquietanti misteri nella storia della nostra città.
La morte della povera contessa rientra perfettamente nella categoria “combustione umana spontanea”, fenomeno fortunatamente assai raro ma presente anche nelle cronache più recenti.
Nel 1951, ad esempio, ne fu vittima l’americana Mary Reeser (67 anni) trovata bruciata nella sua casa di St Peterberg, in Florida e, nel 2010, toccò all’irlandese Michael Faherty (76 anni), esploso nella sua casa di Galway, entrambi in situazioni simili a quella della contessa Bandi in quanto anche di loro rimasero solo gli arti inferiori ed il cranio mentre il resto del corpo si traformava in cenere.
L’aspetto più misterioso è la fusione delle ossa che richiede una temperatura elevatissima.
Nessun ritratto ci è pervenuto della contessa ma possiamo intravvedere i suoi lineamenti in quelli del figlio Carlo che, nominato cardinale da Papa Pio VI Braschi, di cui era zio per parte di madre, si fece ritrarre dal pittore cesenate Agostino Plachesi in una tela conservata nella Pinacoteca di Cesena e da Giandomenico Porta in un più solenne quadro ora al Museo di Roma ospitato proprio nelle sale di quello che fu Palazzo Braschi, tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele.
Tratto dal libro “Cesena Curiosa” reperibile QUI
io ne scrissi oltre un decennio fa sul Corriere Romagna edizione Cesena. Dopo l’uscita del pezzo decisi di approfondire l’argomento giungendo alla seguente conclusione: la morte della contessa era dovuta ad un FULMINE GLOBULARE. provate a digitare in rete queste due parole e troverete una casistica di fatti simili avvenuti anche di recente.. per curiosita’ il palazzo dove avvenne il fatto è dove oggi a piano terra è il fornaio e , non ricordo l’anno nel 700 ? una piena del Cesuola abbatte’ un muro del retro del palazzo e fece tre vittime. la contessa venne sepolta nella tomba ove oggi è l’altare del Rosario?o Madonna del rosario in san Domenico
è ancora esistente l’edificio in cui avvenne il fatto? Se si, a che indirizzo si trova?
Grazie