di Umberto Giordano
Il campanile “Bizantino” di Cesena si trova nel centro storico della città e vi si accede da un cortile privato di una abitazione in via Strinati. Benché sia ignorato dalle guide turistiche e mai citato da nessuno dei cronisti che, nel corso dei secoli, hanno preso nota degli eventi più importanti accaduti in città, è probabilmente il più antico monumento cittadino da considerare al pari di altri punti di riferimento come la Rocca o il Duomo.
L’abbandono, l’incuria, le intemperie e, non ultimi, i piccioni che l’avevano eletta a loro residenza, avevano fatto di questa importante opera quasi un rudere.
Come spesso accade nel nostro bel paese, ricchissimo di opere d’arte, ma non altrettanto dei fondi per restaurarle, è stato necessario l’intervento di una ditta privata cesenate per riportare la torre al meritato splendore dei tempi migliori.
L’accurato restauro, seguito dalla Soprintendenza per i Beni Archelogici, oltre a garantire la conservazione dell’opera, ha permesso di rendere più leggibile questo importante reperto, ma non è riuscito a risolvere nessuno dei principali quesiti storici relativi alla torre, per l’estrema carenza di indizi e per la mancanza di tracce o di reperti in prossimità dell’opera.
Nessuno degli antichi disegni che raffigurano Cesena riporta questa che, probabilmente, era la torre campanaria di un’antica chiesa ora distrutta. Di tale distruzione però nessun testo dà notizia e, solo per esclusione, partendo da un elenco di quattro chiese catalogate nel Capitolo della Cattedrale come esistenti nella zona (denominata “Fundus noceti”), tre delle quali ancora identificabili, si è risaliti al possibile nome della Chiesa di San Luca. Tale ipotesi, comunque, non corrisponde con la tradizione orale che conserva il ricordo di una Chiesa annessa al convento delle Santine, ma tali suore giunsero a Cesena solo nel 1400 mentre la torre appare sicuramente molto più antica, probabilmente del X secolo. Come noto però, nella tradizione orale, spesso ad ogni passaggio viene aggiunto un piccolo particolare, specialmente per quanto concerne la datazione.
Cerchiamo allora di esaminare la torre per ricavare indizi dal suo aspetto e dalla sua struttura, decisamente originale. La pianta è circolare ma la struttura, tendenzialmente cilindrica, ha un andamento irregolare, caratteristica questa degli edifici dell’alto medioevo. La parte alta della torre ha, infatti, una forma ellittica non regolare e le pareti della costruzione non sono perfettamente verticali e non hanno uno spessore costante.
Nella parte alta della torre sono presenti quattro ampie finestre, leggermente a strombo, coronate da quattro archi a tutto sesto a cui va aggiunta un’ulteriore lunetta che, a mio parere, potrebbe essere parte di un’altra finestra parzialmente chiusa perché coperta dal nuovo fabbricato.
La struttura è realizzata in mattoni a vista con una serie di nervature verticali, fortemente sporgenti dalla muratura, che partono dallo spazio intermedio fra le finestre e giungono fino a terra. Quattro cordonature circolari in mattoni suddividono ulteriormente la superficie della torre formando un reticolato, assente in altri campanili coevi.
Da cosa può derivare tale struttura? La risposta è persino troppo semplice, in quanto nella vicina città di Ravenna sono presenti diversi campanili cilindrici che affiancano le chiese bizantine .
Non si può fare a meno di notare le diverse analogie fra la torre cesenate e ad esempio il famoso campanile della chiesa di San Vitale, sia per la presenza di un solo filare di finestre, sia per le fasce circolari sporgenti rispetto al corpo del campanile, assenti negli altri campanili ravennati, sia per la presenza, fra una finestra e l’altra, di nervature verticali in mattoni prolungate fino alla base della struttura che, nella torre cesenate, sostituiscono le lesene presenti in San Vitale, sia per la presenza di fori circolari rifiniti da cerchi in cotto che, probabilmente, illuminavano anche qui l’interno della torre.
I campanili cilindrici furono i primi campanili realizzati nel mondo e derivano la loro struttura dalla tradizione architettonica romana.
La forma cilindrica che, deriva dalla struttura delle torri scalari (che avevano, al loro interno, delle scale a chiocciola) e fu conservata a lungo nelle chiese ravennati perché dava maggior solidità alla struttura, esigenza questa fondamentale in un terreno originariamente paludoso che non sopportava forti carichi.
Tornando alla torre Cesenate questo antico edificio non è isolato, ma è letteralmente incastrato in un edificio alto poco meno dell’intera torre e gli spazi interni della torre, grazie alle ampie porte praticate in epoca indefinita, sono diventati, e sono tuttora, parte integrante degli appartamenti del palazzo.
È un’emozione poter entrare dentro a questo straordinario monumento che continua, dopo tanti secoli a custodire il suo segreto.
Quando fu costruito, molto probabilmente intorno al 1000, Cesena non era più parte dell’Esercato e non era più soggetta al dominio bizantino ma l’influenza culturale bizantina era ancora forte in una larga parte d’Italia .
Nell’edificio attiguo alla torre, nel corso dei restauri, è stata messa in luce una finestra, non molto grande, murata da secoli, che ha tutte le caratteristiche delle finestre delle chiese dell’alto medioevo.
Speriamo che, prima o poi, qualche storico possa trovare la chiave per risolvere questo mistero, sperando che le tante distruzioni subite da Cesena, non ultimo il sacco dei Bretoni che incendiarono e rasero al suolo gran parte della città nel 1377, uccidendone quasi tutti gli abitanti, non abbiano cancellato per sempre le tracce documentarie di questo straordinario monumento.
Per il momento accontentiamoci di ammirarlo, dal vivo entrando nel cortiletto privato con accesso da via Strinati, contando sulla benevolenza dei proprietari.
Umberto Giordano
Professore di Storia dell’Arte
Amministratore delle pagine Fb. – Arte in Romagna – beniculturalionline.it – Il Rinascimento Italiano -Caravaggio maestro della luce
Le torri campanarie vennero introdotte nel VI secolo dai longobardi che introdussero anche la cripta. Torre e cripta si rifanno alle simbologie preistoriche legate al culto della virilità maschile (la torre) e alla fertilità della madre terra (la cripta). Le caratteristiche che fanno di essa una “torre bizantina” fa pensare che venne costruita molto prima della caduta dell’esarcato ad opera di Pipino il Breve (VIII secolo d.C) poiché le maestranze a cavallo dell’anno 1000 difficilmente sfogliavano riviste di architettura, quindi realizzavano opere secondo l’uso del momento, salvo le contaminazioni di “progettisti” d’oltr’alpe (come nel caso della cattedrale) che introdussero elementi nuovi ( è il caso del Gotico). Dall’VIII secolo fino al XIII secolo prevalse l’architettura robusta, squadrata, senza tanti fronzoli ed è nota come arte romanica. Se la torre in questione risale all’anno 1000 saremmo di fronte all’opera di un eclettico costruttore, assetato di conoscenze architettoniche e soprattutto, diremmo oggi, amante del design. Ma visti i tempi…
è una ipotesi suggestiva quella del campanile parte di una chiesa intitolata a San Luca; e chissa’ che non si trovino conferme. In questi giorni mi è capitato di leggere un documento del 1799 e scoprire che l’ospedale del SS Crocifisso (cosi’ ufficialmente chiamato) era anche detto “Ospedale di San Lucca”). Volendo approfondire l’argomento ho trovato che in origine l’ospedale era posto tra le attuali Contrada Dandini e Corte Dandini nella zona attigua all’attuale vicolo Madonna del parto (ed in questo quartiere ancora ai primi dell’800 l’ospedale era proprietario di immobili) e poi in seguito venne trasferito nell’attuale fabbricato Oir .Dentro a questo ultimo complesso vi erano luoghi sacri intitolati a San Luca e per tradizione sappiamo che i trovatelli battezzati dall’Ospedalle del SS Crocifisso erano chiamati Lucchi.(ci sono in ASC varie piante del complesso) Sarebbe a questo punto interessante sapere se il cognome Lucchi ha origini anteriori a questo trasferimento. Infine ritengo interessante che il popolo chiamasse nel 1799 l’ospedale col nome di questo santo (protettore anche del personale sanitario) , segno ,a mio parere, di una devozione che viene da tempi molto piu’ lontani.
leggo ora della scoperta di parti mosaico in via strinati . a quale profondita’ ? c’è chi dice che la base della cosidetta ” torre bizantina” sia sotterrata per molti metri , fondamenta a parte. in tal caso la zona ebbe un rialzo artificiale confermato dalla scoperta di questo mosaico .sufficiente a confermare una sicura antichita’ della torre. .
Io non sono nata a Cesena, ci abito dal 1957. Non mi intendo di monumenti storici. Ringrazio chi pubblica queste meraviglie.
Buongiorno, la foto in bianco e nero del 1970 di chi è? Vorrei usarla per una voce su Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_bizantina_di_Cesena) e mi servirebbe sapere chi detiene i diritti per poterne chiedere l’uso. Grazie.