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Mauro Benini, importante scultore cesenate (1856 – 1915)

I tanti Cesenati che frequentano le conferenze in Malatestiana ricordano certamente le due grandi statue collocate sulla parete dove è la pedana degli oratori nella Sala dedicata a Renato Serra.

Forse non tutti sanno quali personaggi sono ritratti e chi ne sia l’Autore.

Si tratta dei modelli in gesso di statue in marmo collocate all’esterno del palazzo di Giustizia di Roma e raffigurano insigni giuristi romani: Eneo Domizio Ulpiano (la statua a sinistra di chi guarda) e Marco Antistio Labeone (a destra).

 

Le statue vennero donate al Liceo dalla vedova dell’Autore per onorare la memoria del marito, lo scultore cesenate Mauro Benini, morto prematuramente a Roma il 13 gennaio 1915, all’età di quasi 59 anni.

Benini è uno dei più importanti artisti nati a Cesena, oggi meno noto di quanto meriterebbe la qualità delle sue opere.

Era nato il 14 gennaio 1856 da Giuseppe (curioso il fatto che il soprannome della famiglia fosse “Canova”) e Maria Virginia Minghini.

A Cesena frequentò il Ginnasio-Liceo  e iniziò la sua formazione.

Nella Casa Museo di Renato Serra è conservato il suo busto in gesso modellato dall’amico Paolo Grilli (Cesena 1857-Roma 1952), altro scultore cesenate di cui abbiamo mostrato opere nei post precedenti (ad esempio il busto di Valzania al Nuovo Giardino).

Il busto di Benini ci presenta un bell’uomo dall’aria romantica: le spalle avvolte dalla tipica  “capparella” romagnola, la folta capigliatura ricciuta, il volto dai lineamenti regolari, la fronte alta, due ampi baffi che incorniciano il labbro superiore fin oltre gli angoli della bocca, tutto l’insieme esprime fierezza virile.

Con Grilli, Golfarelli (vedi post n. ) e il pittore Anselmo Gianfanti  (Montiano 1857- Cesena 1903), benini frequentò, in Palazzo Locatelli,  uno studio che fu un cenacolo di maturazione artistica ed anche un luogo di condivisione delle difficoltà economiche quotidiane.

Nel 1881, a venticinque anni, partecipò (alcuni bozzetti da lui presentati sono conservati a Casa Serra), al concorso per la statua di Maurizio Bufalini, arrivando ad una specie di spareggio con il fiorentino Cesare Zocchi (vedi post n. ) che risultò vincitore e realizzò la statua inaugurata il 31 marzo 1883 e che ancora oggi si erge al centro del  piazzale davanti alla Biblioteca Malatestiana.

Forse deluso dai suoi concittadini oppure per il desiderio di affrontare nuove sfide, nel luglio 1887 Benini si trasferì a Roma, dove riuscì ad emergere, realizzando importanti opere.

Rimase tuttavia sempre legato alla sua città natale dove periodicamente veniva e per la quale realizzò opere importanti, soprattutto nel Cimitero monumentale.

Interessante per capire il legame tra Benini e Cesena è il ricordo apparso sul Popolano, nel numero di sabato 16 gennaio 1915: “La morte del prof. Mauro Benini, avvenuta in Roma dopo breve malattia, ha impressionato e commosso la cittadinanza cesenate. Sebbene da tempo vivesse a Roma dove teneva lo studio di scultore, non mancava però ogni anno di tornare alla sua cara Cesena per ritrovare gli amici e i cari luoghi che egli visitava con lunghe passeggiate.

Contava qui molti e vecchi amici coi quali si intratteneva a lungo a parlare con entusiasmo dell’arte sua, dei suoi lavori migliori e del suo desiderio di fare qualcosa per la sua Cesena… Cesena col suo Benini perde uno dei suoi figli migliori.”

Un artista, dunque, che si conquistò un lusinghiero apprezzamento a Roma dove ricevette commissioni di grande prestigio.

Due suoi busti, del matematico Niccolò Tartaglia e dell’umanista Lorenzo Valla si trovano al Pincio.

Molto importante è la statua dell'”Emilia” sull’Altare della Patria, imponente figura femminile, avvolta da una tunica che forma ampie e scenografiche pieghe, contraddistinta dai simboli della libertà e della cultura: il cappello frigio, un libro in una mano e i fasci littori nell’altra, la scritta “Libertas” sullo scudo ai suoi piedi.

Altra statua di rilievo è il monumento (1893) che raffigura l’eminente uomo politico Terenzio Mamiani, collocato in un piccolo giardino tra via Acciaioli e  corso Vittorio Emanuele II.

Per il Palazzo di Giustizia eseguì anche la statua in marmo di Bartolo da Sassoferrato, uno dei più importanti giuristi dell’Europa del XIV° secolo.

 

A Cesena, in una nicchia del salone d’onore del Palazzo Comunale, possiamo vedere il busto di Luigi Carlo Farini donato al Municipio dal senatore Gaspare Finali.

Nella parte monumentale del Cimitero di Cesena troviamo alcuni pregevoli lavori di cui abbiamo già parlato nel post n. 27 “Il Cimitero, un museo a cielo aperto” parte II tra cui il busto di Pio Battistini (1892) e il monumento funebre in ricordo di Antonio Aldini, realizzato nel 1885.

Dieci anni dopo, nel 1895, Benini eseguì un’altra opera notevole, il monumento della famiglia Genocchi in cui troviamo una bella figura di donna, avvolta in una tunica modellata con grande maestria, che tiene nella mano destra una falce, col braccio stringe un mazzo di spighe mentre, con l’altra, depone fiori sulla lapide che ricorda i famigliari di Vincenzo Genocchi il cui busto si deve, invece, a Paolo Grilli.

L’ultima opera in ordine cronologico presente in Cimitero e, forse, anche quella più suggestiva è il monumento funebre del conte Pietro Pasolini Zanelli, (1896), che Il Cittadino, nel numero del 7 novembre 1897, descriveva con toni entusiastici: “Nel monumento si segnala la statua che raffigura il Genio del dolore, una struggente figura di giovane che piange seduto sulla tomba e copre la fronte con la mano, un’immagine che esprime raffinata eleganza alessandrina nelle forme levigate del corpo e, insieme, capacità di suscitare commozione attraverso il gesto significativo della mano ed il volto addolorato fino alle lacrime.”  

Il giornale proseguiva congratulandosi con l’artista che “ad un incontrastabile valore unisce pari modestia”, un aspetto del carattere che ce lo fa ancor più apprezzare.

Infine, è interessante anche la produzione di opere di piccolo formato, dove Benini si esprime con maggiore scioltezza creativa.

La Pinacoteca civica di Forlì conserva la statuetta che raffigura una “Donna con giornale” in terracotta su base di legno.

Divertente è un’altra opera dal titolo “Ego te absolvo”, conservata al Museo di Vittorio Veneto. Il titolo farebbe pensare ad una scena religiosa mentre la piccola statua (alt.cm.45) rappresenta un prete che tira il collo ad un grosso pollo. L’opera, di eccellente fattura, si inserisce nel quadro della satira anticlericale del secondo Ottocento.

In conclusione, la figura artistica di Benini emerge nel panorama della scultura italiana tra ‘800 e ‘900 e risulta degna di ammirazione e memoria per la Bellezza che ha saputo donare alla nostra città.

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