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Pietro Mami e Pietro Pasolini Zanelli

 

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Maggiore della Guardia Civica e Sindaco di Cesena dal 1869 al 1873

Cesenate, il Mami crebbe durante le guerre risorgimentali e, come i tanti che credettero di vedere in Pio IX un riformatore, aderì con entusiasmo nel corpo della Guardia Civica. Il 16 luglio 1846, con l’Editto del perdono, Pio IX concesse l’amnistia ai condannati per delitti politici e agli esuli, ai quali concesse il ritorno a casa. Il 5 luglio 1847 si autorizzò la creazione della Guardia Civica a Roma, e il 30 luglio in tutto lo Stato pontificio. Raggiunse il grado di maggiore, poi, una volta lasciata la divisa, con l’annessione delle Romagna al Regno d’Italia nel 1861, il Mami, forte del suo passato autorevole, venne eletto sindaco di una città martoriata dalle lotte civili; basti pensare alla “setta degli accoltellatori”; alla inimicizia tra Giuseppe Comandini, conosciuto come “zanella”, ed Eugenio Valzania. Negli anni ’80 il Mami fu anche assessore comunale per il partito Monarchico, quando la politica amministrativa sembrava ristagnare in un immobilismo economico e scarsamente imprenditoriale, aggravato il tutto dalla grande miseria che attanagliava soprattutto la classe contadina .

 

Pietro Pasolini Zanelli

Faenza 19 febb 1824 – Cesena 16 luglio 1894

I Pasolini erano di stirpe nobile, originari di Faenza e risultano presenti a Cesena già dal 1397 ( probabilmente richiamati da Galeotto Malatesta per ripopolare una Cesena che ancora aveva i segni della distruzione del 1377). Il conte Pietro, nel 1848, venne eletto nella Rappresentanza Comunale Cesenate, assieme ad Eduardo Fabbri e Pietro Ghinelli. Essendo un convinto assertore dell’Indipendenza dall’amministrazione pontificia delle Romagne e soprattutto dalla morsa austriaca, il 23 maggio, assieme a Fantaguzzi e ad altri Cesenati, accorse in difesa della Repubblica di Venezia. In seguito, Pasolini si arrruolò nelle file dell’Armata Napoletana guidata da Murat, cognato del defunto Napoleone Bonaparte. Nella notte del 28 aprile 1855, il Conte venne tratto in arresto dalla gendarmeria austriaca e rinchiuso nelle carceri bolognesi; sarà per l’intervento pacificatorio attuato da Pio IX che, il 2 giugno del 1857, Pasolini poté far ritorno a Cesena da libero.
Dal 20 giugno 1859 alla vigilia del definitivo crollo del Governo Pontificio sulle Romagne, prese parte nella Giunta Provvisoria di Governo locale, unitamente a Camillo Romagnoli e a Pietro Mami. Nel 1860 prese parte ai moti del Montefeltro per la liberazione delle Marche.
Rivestì la carica di Sindaco dal 1864 al 1866 e dal 1874 al 1875.
In seguito divenne anche direttore della Congregazione della carità servendo questa istituzione con riconosciuta dedizione. Il suo busto marmoreo, commissionato allo scultore Tullo Golfarelli, venne posto sulla gradinata dell’attuale Palazzo O.I.R.

Antonio Dal Muto

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