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Storie Cesenati – Il marafone in osteria –

Uno dei primi posti nella vita d’osteria spettava al gioco delle carte. Si giocava a briscola, tressette, rovescino, scopa, scopone, ma soprattutto a marafone: un gioco chiassoso che richiedeva lingua sciolta sia per “chiamare” e “dichiarare”, come volevano le regole del gioco, sia per abbandonarsi alla fantasia dei più accesi e svariati improperi da “sparare in faccia” al compagno di coppia se non si mostrava capace o appariva poco pronto a cogliere i segnali d’intesa. Per dar più valore all’improperio e sottolineare le offese c’era ‘ l’accompagnamento infuocato della bestemmia, a scoppi continui come fuochi d’artificio. Un vecchio detto diceva “si gioca con quaranta carte e ottanta bestemmie

Il termine marafone deriva dal “Marafòn” uno stampo di anatra, con cui si richiamavano le anatre migratrici nelle cacce romagnole. Una tecnica per ingannare, proprio come nel gioco delle carte: chiamare al proprio gioco gli avversari per poi sorprenderli con briscole e franche.

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