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Buon giorno amiche e amici! Continuiamo a scoprire insieme il patrimonio storico e artistico di Cesena. Oggi Vi propongo un argomento in sintonia con il periodo difficile, talora tragico in cui ci troviamo, nella speranza che presto arrivi la svolta positiva!

I visitatori della nostra Pinacoteca possono osservare, appena entrati, tre antiche tavole che raffigurano (quasi a grandezza naturale) Santi un tempo invocati per proteggere i fedeli da malattie e disgrazie.

Sono probabile opera di Antonio Aleotti, interessante pittore attivo a Cesena a cavallo del 1500, autore di un’altra tavola, sempre in Pinacoteca, che raffigura una bella Madonna con Bambino tra l’Arcangelo Michele che infilza con la lancia un demonio e Sant’Antonio che resiste alla seduzione di un diavolo dalle forme sensuali.

I Santi Protettori sono: Cristoforo, il gigante che traghetta sulle spalle Gesù bambino attraverso le acque di un fiume, Rocco, il pellegrino che aiuta i fedeli a guarire dalla peste dopo esserne lui stesso scampato e Sebastiano, trafitto dalle frecce, anch’egli protettore dalle malattie.

Le tre opere furono forse eseguite come ex voto per la scampata peste del 1493 o come invocazione di protezione in quei terribili tempi funestati da guerre, malattie e calamità.

Erano gli anni in cui l’Italia era terra di conquista per Francesi e Spagnoli con le devastazioni che ne seguivano.

In particolare Cesena e la Romagna erano teatro delle imprese di Cesare Borgia, impegnato a fondare un suo principato con il sostegno del padre, papa Alessandro VI.

San Cristoforo era considerato, soprattutto nell’Italia del Nord e in Europa, capace di preservare i fedeli dalle sventure della giornata per cui spesso è raffigurato, anche a grandi dimensioni, sui muri esterni delle Chiese o, all’interno, di fronte ad uno degli ingressi, per essere facilmente visibile e consentire anche al fedele frettoloso di chiederne la protezione.

Era ritenuto il Protettore di pellegrini, viandanti, barcaioli e, in tempi più recenti, degli automobilisti.

Nella tela dell’Aleotti è un gigantesco uomo barbuto che sta guadando il fiume con l’aiuto di  un lungo bastone ricavato da una palma e porta su una spalla il Bambino dal visetto birichino che si tiene in equilibrio aggrappandosi ad un ciuffo dei suoi capelli.

Interessante, oltre all’efficace esecuzione delle figure, risulta lo scenario del fiume sulle cui rive uomini pescano e donne lavano panni.

Il ponte sullo sfondo sembra il Ponte Vecchio come, forse, era a quel tempo e le colline sullo sfondo richiamano quelle che da Cesena vanno verso Roversano, come se San Cristoforo e il Bambino non stessero attraversando un fiume del lontano Oriente ma il nostro Savio.

San Rocco era particolarmente venerato a Cesena per la sua presenza nella nostra città in occasione della terribile epidemia di peste del 1367-68 durante la quale si distinse per la coraggiosa generosità nel soccorrere gli ammalati.

San Sebastiano, tra i Santi più raffigurati nella storia dell’arte, fu un soldato romano convertitosi al cristianesimo, per cui è stato scelto come patrono delle Polizie Municipali.

E’ probabile che le tre tavole fossero prima nella Chiesa di Sant’Agostino dove ora troviamo ancora insieme i tre Santi in una tela settecentesca di Giuseppe Milani.

Ritroviamo San Cristoforo, insieme ai Santi Leonardo ed Eustachio, nel bel trittico scultoreo dell’artista veneto Lorenzo Bregno sulla parete sinistra della Cattedrale, una delle opere più importanti del Rinascimento cesenate.

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